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Archivi forum - Assistenza e consulenza Legale - Oggetto n°34

Oggetto n°34
richiesta informazioni
   da sandra il 03/01/2006 • 18:50

salve,

al mese di settembre ho avuto un incidente in moto: io ero la passeggera.Il veicolo dopo aver urtato la moto e averla fatta cadere è fuggito via.io mi sono fratturata il piede,ho tenuto io gesso x un mese,fatto visite,riabilitazione,ecc.inoltre non ho potuto lavorare ed essendo il mio contratto di lavoro un contratto in cui la malattia non è prevista non ho percepito alcuna retribuzione x un mese. Inizialmente la assicurazione della moto aveva garantito che i miei danni sarebbero stati risarciti in quanto è prevista la assicurazione x danni a terzi passeggeri ma ora dicono che non verrò liquidata perchè non abbiamo nemmeno il numero di targa del veicolo che ci ha investiti.Come mi devo comportare?la assicurazione può rifiutarsi di risarcirmi?

Risposta n °1
da alberto il 03/01/2006 • 19:22

Devi provare con il fondo per la garanzia alle vittime della strada che interviene proprio in questi casi e mi sembra sciocco che la tua assicurazione ti abbia fatto capire che potevi essere risarcita da un incidente fatto con un pirata della strada.

C'è il fondo per questi sinistri, ma non ti fare illusioni di grossi risarcimenti perchè ahimè il fondo non è illimitato e non credo che il loro risarcimento possa avvicinarsi a quello che ti spetterebbe se avessi preso il numero di targa del pirata.

 


Alberto Pallotti - Sede di Verona

Risposta n °2
da avvpettene il 04/01/2006 • 11:11

Sulla base delle informazioni disponibili, la strada più semplice è quella di chiedere il risarcimento di tutti i danni subiti alla compagnia che assicura la r.c.a. del motociclo, essendo Lei terza trasportata. Sarà poi questa compagnia che potrà rivalersi sul responsabile del sinistro, se questa riuscirà a rintracciarlo e a dimostrarne la colpa, o sul fondo di garanzia per le vittime della strada, sussistendone i requisiti. In ogni caso, si tratta di gestire un sinistro in maniera professionale, per cui auspico che sia assistita da una avvocato di fiducia ed esperto. Ogni caso ha infatti le sue particolarità. Limitandosi alla quantificazione del risarcimento, occorre valutare attentamente tutte le voci di danno non patrimoniale e patrimoniale: lo si può fare solo dopo avere letto bene tutte le carte, soprattutto quelle relative alle visite mediche, anche specialistiche, inquadrando il tutto nell'ambito della medicina legale. Spesso è necessario affrontare dei colloqui anche lunghi con il proprio assistito, per valutare bene l'impatto degli esiti del trauma sulla qualità della  vita del clinete oppure per proiettare nel futuro eventuali incidenze sulla capacità di lavoro specifica e quindi di produrre reddito. La materia del risarcimento del danno alla persona è assai complicata, richiede un bagaglio di conoscenze che si acquisiscono dopo almeno alcuni anni di esercizio della professione forense, un costante aggiornamento e una preparazione multidisciplinare (diritto civile e penale; diritto processuale, sia civile che penale; medicina legale; pschiatria forense etc.). Spesso le compagnie assicuratrici approfittano del fai da te delle vittime, infierendo sulle stesse, se prive di adeguata assistenza professionale. Il pressappochismo e il "sentito dire" in questo settore è deleterio. D'accordo che ogni risarcimento, quando sono in gioco lesioni importanti o la perdita della vita, non sarà mai pienamente soddisfacente, trattandosi della salute e della vita umana, ma va sfatata l'idea che  l'entità della giusta riparazione pecuniaria sia frutto di una specie di lotteria o che, peggio ancora, sia utile simulare dei sintomi o lamentare danni inesistenti. In conclusione, non vedo, da qunato indicato nel quesito, motivazione alcuna che consenta alla compagnia di rifiutare il risarcimento. Inoltre, potrebbe anche essere il caso di esporre i fatti all'ISVAP.

Osvaldo Pettene - Verona


avvpettene

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