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Giovanni,
Gianni per tutti, era un ragazzo socievole, altruista, amante della vita,
che distribuiva sorrisi e battute allegre a chiunque, senza distinzione
d’etа o di colore e, forse anche per questo suo carattere simpatico e
dolce, molto conteso dalle ragazzine.
Amava anche i motori, sognava di guidare un giorno
un TIR, magari suo; e cosi e diventato camionista, instancabile sul lavoro
come nel tempo libero, quasi freneticamente.
Per quello che ora appare come un triste
presentimento, noi genitori abbiamo cercato di dissuaderlo da un lavoro cosi
pericoloso, ma non c’e stato nulla da fare.
Il
7 ottobre, alle 6,20 circa, Gianni guida un camion frigorifero sulla
tangenziale da Milano verso Crema; c’e una nebbia fittissima, visibilitа
di pochi metri; nei pressi di Lodi Gianni supera due vetture lente e si
trova d’improvviso a ridosso di una rotatoria; non riesce a controllare il
mezzo, urta violentemente un guard-rail, esce di strada; il camion si
rovescia in un campo sul lato sinistro e schiaccia Gianni sbalzato fuori
dalla cabina.
La morte, dicono i giornali, e praticamente
istantanea, ma per estrarre il corpo e necessario rimuovere il camion con
una auto-gru, e ci si riesce solo dopo 2 ore.
Viene portato all’obitorio di Lodi, ci avvertono,
dobbiamo procedere al rito atroce del riconoscimento della salma.
La colpa si presume sia sua ma qualcosa non и
chiaro, il proprietario viene autorizzato a scaricare la merce senza che
venga pesata per accertare 1’eventuale supero della tara totale e nessuno
si preoccupa di verificare se il presunto eccesso di velocitа fosse dovuto
ad esigenze di consegna.
Da quel momento, comunque, comincia la nostra
disperazione: Gianni non c’e piщ, ne per noi ne per quanti gli hanno
voluto bene, come gli amici che gli danno l’addio con una canzone, un
”ultimo saluto con musica e lacrime”; e questo, purtroppo, non cambierа
mai.
Mamma
e papа*
*Tano Penna и responsabile dell'Associazione per la provincia di Cremona
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